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Wystan Hugh Auden

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Wystan Hugh Auden nato a York, in Inghilterra, il 21 febbraio 1907, suo padre era medico, sua madre infermiera. Frequentò l’università d’Oxford e a soli 23 anni pubblicò la sua prima raccolta di versi, “Poems”.
Per qualche anno Auden visse a Berlino, e ritornò in Inghilterra solo negli anni ’30, dove esercitò la professione di maestro elementare e pubblicò la sua seconda raccolta di versi. In pochi anni divenne il portavoce dei giovani poeti inglesi. Dichiaratamente gay, d’idee marxiste, Auden, insieme all’americano T. S. Eliot, a S. Spender e ad altri poeti rivoluzionò la poesia. Auden amava la musicalità dei versi e non a caso la musica fu sempre una sua gran passione. A 28 anni sposò, per farle ottenere la nazionalità inglese, l’intelligente e versatile Erika Mann, alla quale le dedicò la sua terza raccolta di poesie. Nel ’39 lasciò l’Inghilterra per emigrare negli Stati Uniti. Pochi anni dopo lasciò gli USA per il Canada e dopo la fine della seconda guerra mondiale visse tra l’Italia e New York, dove aveva avuto una seconda cattedra. Auden quando era in Italia viveva ad Ischia. S’innamorò subito dell’isola e descrisse in modo fiabesco il forte legame che lo tenne ancorato all’isola per dieci anni.
In quegli anni il poeta intrattenne rapporti cordiali con gli isolani, donò loro un organo per una delle tante chiese di Forio, l’incantesimo si ruppe verso la fine degli anni ’50, quando i microtaxi, le “seicento” e le “vespe” cominciarono a pullulare sulle strade e sulle mulattiere dei comuni isolani. Auden, dopo aver vinto il Premio Feltrinelli abbandonò Forio per rifugiarsi in un villaggio austriaco. Morì a Vienna nel 1973.

Il Bar Internazionale
Com’è allegro e sereno esser seduti
Attorno a un tavolo sotto le stelle estive,
Ridere e chiacchierare sul vino o sugli Strega
Che ci ha portato Vito.

Ma quando la Bellezza passa, ricorda, Forestiero,
In un angolo qui, inevitabili come
La morte o le tasse, a notare il tuo contegno,
Gli occhi di Gisella.

Yankkee, Limey, Kraut, Foriano, Romano,
Signore, Signori, e il terzo Sesso, imitatemi,
Sollevate i bicchieri, bevete alla nostra Ostessa, gridando

“Viva Maria”!

17-9-1953
All’amica Maria, con Amore
W. H. Auden

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