I coloni Euboici, Calcidesi ed Eritriesi, approdati, nella prima metà dell'VIII secolo, si stanziarono a nord ovest sull'altura di Monte Vico dell'isola, circondata da tre parti dal mare e collegata ad essa da un'impervia via d'accesso, località dalle condizioni ottimali per un utile insediamento cui fu dato il nome di Pithecusa.
Oltre che per ragioni di difesa, la scelta dovette essere determinata dall'esistenza di due rade d'approdo alla base del promontorio che rendevano agevoli le attività marinare e commerciali della nuova colonia.
Più che probabile appare, quindi, che Pithecusa, almeno nel primo tempo della sua fondazione, abbia assunto il ruolo d'emporio marittimo-commerciale. Ciò, però, non deve ascrivere l'assenza, nell'isola, di precedenti insediamenti: la stessa località di Monte Vico, infatti, era stata abitata ininterrottamente dalla età del bronzo. Frammenti di ceramica micenea, databili tra il XV e XIV sec., ritrovati nella fascia costiera tra Porto d'Ischia e Casamicciola e precisamente sulla collina di Castiglione, provano, anzi, preesistenti legami con il mondo Egeo.
La topografia di Pithecusa si configura con: a valle il promontorio, a nord-est, il porto ed un piccolo nucleo abitato (l'odierna Lacco); sull'altura la Città Ascendente fino all'Acropoli, ove la presenza di un Tempio arcaico è documentata da resti di tegole e cornici figuline; ai piedi dell'acropoli, a nord-ovest, ancora un approdo e la valle di S. Montano, area adatta per l'ubicazione della necropoli.