Il documento più importante per la storia urbanistica dell'isola nel secolo XVI è la pianta del Cartaro (1586), ove, nonostante la sommarietà dell'incisione, Ischia appare definita nelle sue parti essenziali.
Redatta in allegato al testo di Giulo Jasolino "De Remedi Naturali", dedicato alle cure termali ischitane, la carta propone un'organica illustrazione della situazione del tempo: il tipografo, infatti, benché intendesse porre in evidenza, esagerando a tale scopo le dimensioni, le località ricche di sorgenti ed i collegamenti tra loro, assicurati da una complessa rete di vie pubbliche, molte delle quali conservano, ancora oggi, il loro tracciato originario, non tralasci˜ di rappresentare la complessa orografia ed i nuclei abitati. L'incisione ha valore di documento, altres", perché offre un panorama toponomastico completamente rinnovato: ad oriente è riportato "Ischia civitas", denominazione che accomuna sia l'abitato principale sullo scoglio del Castello che il fitto aglomerato che si estende sulla costa opposta.