Il comune di Lacco è situato alla parte settentrionale dell'isola, confina coi comuni di Forio a ponente, di Casamicciola a levante, coi stessi due comuni a mezzogiorno, e col mare a settentrione.
Questo comune guardandolo, dal Monte Vico, si presenta allo sguardo in forma d'anfiteatro: da una parte è inghiottito dalle onde, un altro lato vi sono invece le colline di Castanito, di Pannella, di Mezzania, dell'Arbusto ed il promontorio di Monte Vico, e quello più modesto dell'Ebdomade e del lido, che chiudono a semicerchio l'estesa pianura occupata da vigne seminati e ville ridenti. Essa termina da un lato alle falde colline ombreggiate da ciuffi di scarsi selveti e dall'altro lato è costituita dall'estesa marina bagnata dalle onde per tutta la sua estensione nordica. Le contrade Pannella, Mezzania, Casa-Monte, Casa-Siano, Fango, Cesa, Capitello, ed altre, sono comprese nel raggio di questo piccolo comune.
L'etimologia del nome Lacco, De Siano la fa derivare dal greco lapis, nell'italiano pietra, ossia luogo petroso; ed, infatti, egli sostiene: in tutto il territorio del Lacco era - forse a suoi tempi, o prima - pieno di grossi massi di tufo bianco; dei quali nonostante che se ne siano rotti, in gran quantità per uso di fabbrica, ve ne sono ancora specialmente uno ossia la figura del fungo ben grande situato dentro il mare poco distante dal lido, che serve d'ormeggio e riparo ai bastimenti. I genovesi nel 1798 chiamano questo scoglio il Lacco nome assai espressivo per la denominazione del luogo.
Nel 1863 furono invitati tutti i Municipi dell'Italia Meridionale a portare quei mutamenti, che avessero creduto opportuni, agli antichi nomi de'loro Comuni. Il municipio di Lacco, credette di aggiungere a questo, il qualificativo d'Ameno e con decreto reale fu autorizzato a chiamarsi Lacco-Ameno, nome che ufficialmente conserva.
Volendo sollevare il velo che copre le favole, i miti, e le tradizioni di migliaia di secoli, e volendo scrutinare i monumenti che il territorio di Lacco ci presenta, conviene ritenere che dalle prime colonie Fenicie alle ultime invasioni Inglesi avvenute nel 1809, la maggior parte, se pur non si voglia dir tutte, abbiano dovuto approdare alla comoda e spaziosa spiaggia di Lacco; sia perché più vasta la sua marina, sia perché di più sicuro ancoraggio il suo seno.
In effetti, la leggenda vuole che la flotta troiana si sia riparata nel seno della marina di Lacco, e che quella colonia abbia col suo duce occupato questa pianura, col promontorio di Monte-Vico.
Il dottor fisico D. Francesco De Siano, nativo di Lacco, nella sua operetta, sostiene che dai monumenti greci scavati in quel sito, la sede principale delle colonie greche sia stato il Lacco, come situato nel mezzo dell'isola.
Tuttavia oltre le leggende e le opinioni dei locali scrittori, la statua informe d'Ercole etc., sono troppo le storie che indicano le prime colonie che hanno occupato questo sito. I Greci o Terreno delle prime spedizioni, stabilendo la loro principale sede nella valle di Negroponte sia in altri punti si distesero lungo il litorale, da punta Perrone a Monte-Vico com'è anche il parere di Jasolino e dell'Oltramontano. I Siracusani che fissarono il loro centro principale nella Terra di Forio si prolungarono fino alla marina di San Montano e di Monte Vico sulle cui vetta, costruirono un baluardo militare che l'eruzione dei Caccavelli non riuscì a distruggere.
Il noto scrittore Capaccio sostenne che le iscrizioni sulle urne sepolcrali, ed i nomi di quegli estinti, sono testimonianze troppo veridiche, del soggiorno de'Romani in questa amenissima spiaggia.
Però se tutte queste colonie antiche hanno approdato, si sono soffermate in questo raggio di territorio, abbiamo argomenti da che non hanno mai stabilito una fissa dimora, forse perché luogo troppo esposto, poco riparato, o non adatto alle loro industrie o mestieri, o forse perché avendo piantato il loro cimitero, la loro necropoli, nella più romantica e malinconica pianura, e sul colle di Monte Vico, sia per venerazione ai defunti, sia per sentimento di religione o di superstizione, essi non fermarono la loro principale sede a Lacco, ma per luogo di venerazione. Questo luogo fu destinato e tenuto in venerazione, la sede dei loro Numi dei loro Penati per sacra contrada, fu abitato dalle anime degli estinti e dall'invisibile spirito dei loro protettori, fu quindi per timore di vederlo profanato da nuovi avventurieri, fu stanziato un distaccamento di guarnigione sul Monte Vico, ove furono scoperti dei rottami di vasi e di tegole solite utilizzate nei tetti delle abitazioni; come anche delle grotte intonacate a guisa di cisterne d'olio, o piuttosto di vino, anfore e ziri.
Tuttavia se rottami d'antiche fabbriche sono rinvenute su Monte Vico, se anche abitazioni sono esistite sulle colline della Fundera, Casa Monti e loro contorni, non vi sono segni d'antiche fabbriche lungo la pianura della marina. Dunque dovette esser l'ultimo tratto abitato. Quando la pirateria sparì, prima i pescatori e marinai, poi gli agiati borghesi cominciarono a costruir le loro case in questa amena posizione, accanto al mare.
Troppo ci siamo prolungati in questi dettagli storici, per cui passiamo ad epoche più recenti e diciamo, che il Comune di Lacco-Ameno se nei tempi del gentilissimo fu la sede del culto e della venerazione delle antiche colonie, come abbiamo accennato; nei tempi del cristianesimo fu ritenuto come depositario del corpo di una Santa. A tal proposito ecco quello che dice lo stesso De Siano di Lacco:
Non si può né tampoco negare che nel principio del IV secolo approdò in quest'isola dall'Africa il corpo della padrona a tutelare della medesima, la vergine e martire S. Restituta, che in una barchetta giunse esangue nel lido del piccolo seno di mare di S.Montano che chiamatasi le ripe; le quali sono d'arena come ancora esistono; ove fu ricevuto e trasportato nel luogo, ove è presente la sua chiesa, e convento insieme dei Padri Carmelitani, alla falda meridionale del già notato Monte di Vico...
Questo comune guardandolo, dal Monte Vico, si presenta allo sguardo in forma d'anfiteatro: da una parte è inghiottito dalle onde, un altro lato vi sono invece le colline di Castanito, di Pannella, di Mezzania, dell'Arbusto ed il promontorio di Monte Vico, e quello più modesto dell'Ebdomade e del lido, che chiudono a semicerchio l'estesa pianura occupata da vigne seminati e ville ridenti. Essa termina da un lato alle falde colline ombreggiate da ciuffi di scarsi selveti e dall'altro lato è costituita dall'estesa marina bagnata dalle onde per tutta la sua estensione nordica. Le contrade Pannella, Mezzania, Casa-Monte, Casa-Siano, Fango, Cesa, Capitello, ed altre, sono comprese nel raggio di questo piccolo comune.
L'etimologia del nome Lacco, De Siano la fa derivare dal greco lapis, nell'italiano pietra, ossia luogo petroso; ed, infatti, egli sostiene: in tutto il territorio del Lacco era - forse a suoi tempi, o prima - pieno di grossi massi di tufo bianco; dei quali nonostante che se ne siano rotti, in gran quantità per uso di fabbrica, ve ne sono ancora specialmente uno ossia la figura del fungo ben grande situato dentro il mare poco distante dal lido, che serve d'ormeggio e riparo ai bastimenti. I genovesi nel 1798 chiamano questo scoglio il Lacco nome assai espressivo per la denominazione del luogo.
Nel 1863 furono invitati tutti i Municipi dell'Italia Meridionale a portare quei mutamenti, che avessero creduto opportuni, agli antichi nomi de'loro Comuni. Il municipio di Lacco, credette di aggiungere a questo, il qualificativo d'Ameno e con decreto reale fu autorizzato a chiamarsi Lacco-Ameno, nome che ufficialmente conserva.
Volendo sollevare il velo che copre le favole, i miti, e le tradizioni di migliaia di secoli, e volendo scrutinare i monumenti che il territorio di Lacco ci presenta, conviene ritenere che dalle prime colonie Fenicie alle ultime invasioni Inglesi avvenute nel 1809, la maggior parte, se pur non si voglia dir tutte, abbiano dovuto approdare alla comoda e spaziosa spiaggia di Lacco; sia perché più vasta la sua marina, sia perché di più sicuro ancoraggio il suo seno.
In effetti, la leggenda vuole che la flotta troiana si sia riparata nel seno della marina di Lacco, e che quella colonia abbia col suo duce occupato questa pianura, col promontorio di Monte-Vico.
Il dottor fisico D. Francesco De Siano, nativo di Lacco, nella sua operetta, sostiene che dai monumenti greci scavati in quel sito, la sede principale delle colonie greche sia stato il Lacco, come situato nel mezzo dell'isola.
Tuttavia oltre le leggende e le opinioni dei locali scrittori, la statua informe d'Ercole etc., sono troppo le storie che indicano le prime colonie che hanno occupato questo sito. I Greci o Terreno delle prime spedizioni, stabilendo la loro principale sede nella valle di Negroponte sia in altri punti si distesero lungo il litorale, da punta Perrone a Monte-Vico com'è anche il parere di Jasolino e dell'Oltramontano. I Siracusani che fissarono il loro centro principale nella Terra di Forio si prolungarono fino alla marina di San Montano e di Monte Vico sulle cui vetta, costruirono un baluardo militare che l'eruzione dei Caccavelli non riuscì a distruggere.
Il noto scrittore Capaccio sostenne che le iscrizioni sulle urne sepolcrali, ed i nomi di quegli estinti, sono testimonianze troppo veridiche, del soggiorno de'Romani in questa amenissima spiaggia.
Però se tutte queste colonie antiche hanno approdato, si sono soffermate in questo raggio di territorio, abbiamo argomenti da che non hanno mai stabilito una fissa dimora, forse perché luogo troppo esposto, poco riparato, o non adatto alle loro industrie o mestieri, o forse perché avendo piantato il loro cimitero, la loro necropoli, nella più romantica e malinconica pianura, e sul colle di Monte Vico, sia per venerazione ai defunti, sia per sentimento di religione o di superstizione, essi non fermarono la loro principale sede a Lacco, ma per luogo di venerazione. Questo luogo fu destinato e tenuto in venerazione, la sede dei loro Numi dei loro Penati per sacra contrada, fu abitato dalle anime degli estinti e dall'invisibile spirito dei loro protettori, fu quindi per timore di vederlo profanato da nuovi avventurieri, fu stanziato un distaccamento di guarnigione sul Monte Vico, ove furono scoperti dei rottami di vasi e di tegole solite utilizzate nei tetti delle abitazioni; come anche delle grotte intonacate a guisa di cisterne d'olio, o piuttosto di vino, anfore e ziri.
Tuttavia se rottami d'antiche fabbriche sono rinvenute su Monte Vico, se anche abitazioni sono esistite sulle colline della Fundera, Casa Monti e loro contorni, non vi sono segni d'antiche fabbriche lungo la pianura della marina. Dunque dovette esser l'ultimo tratto abitato. Quando la pirateria sparì, prima i pescatori e marinai, poi gli agiati borghesi cominciarono a costruir le loro case in questa amena posizione, accanto al mare.
Troppo ci siamo prolungati in questi dettagli storici, per cui passiamo ad epoche più recenti e diciamo, che il Comune di Lacco-Ameno se nei tempi del gentilissimo fu la sede del culto e della venerazione delle antiche colonie, come abbiamo accennato; nei tempi del cristianesimo fu ritenuto come depositario del corpo di una Santa. A tal proposito ecco quello che dice lo stesso De Siano di Lacco:
Non si può né tampoco negare che nel principio del IV secolo approdò in quest'isola dall'Africa il corpo della padrona a tutelare della medesima, la vergine e martire S. Restituta, che in una barchetta giunse esangue nel lido del piccolo seno di mare di S.Montano che chiamatasi le ripe; le quali sono d'arena come ancora esistono; ove fu ricevuto e trasportato nel luogo, ove è presente la sua chiesa, e convento insieme dei Padri Carmelitani, alla falda meridionale del già notato Monte di Vico...