Una tappa obbligatoria per chi vuole conoscere Ischia, conosciuta da sempre come isola di terra. Una meta apparentemente irraggiungibile ed aspra, dove la rigogliosa vegetazione cede il passo al tufo verde, ricreando un luogo di meditazione e di energia unico.
Da qui è possibile raccogliere il sole nel palmo di una mano, immenso al tramonto, con i colori dell’arancio e le sue sfumature che dipingono l’orizzonte. Con l’indice si possono toccare tutti i punti, delineando il perimetro dell’isola. Basta spingere lo sguardo un po’ più in la, per vedere Capri con la penisola sorrentina, Pozzuoli, il Litorale Domitio. Ecco anche Ponza e Ventotene. Si può seguire lo stivale a perdita d’occhio fino al Circeo.
Raggiungere l’Epomeo con gli animali da soma è una tradizione che si è ripetuta di generazione in generazione per anni. Basti pensare che mentre a Lacco Ameno Angelo Rizzoli parlava già di turismo, a Serrara la popolazione era ancora contadina. Si camminava spesso a piedi e i principali mezzi di trasporto erano quelli in sella a muli, asini e cavalli. C’era solo una Corriera che girava due volte al giorno. Nel periodo estivo, quando non si lavorava nei campi, gli uomini scendevano in piazza con gli animali e guidavano i turisti sul Monte Epomeo. Allora esisteva il capo ciucciaro al quale era affidato il compito di garantire l’ordine e stabilire le precedenze. Era un ruolo ambito, tant’è vero che spesso si faceva anche a botte. Le visite erano così frequenti che ci si dava il turno. Dal tramonto fino all’alba si poteva salire e scendere fino ad undici volte.
Il punto d’incontro è il piazzale del negozio di souvenir Miscillo alle 19.00. Orario consono per godere del tramonto ed evitare saune. E’ lì che dovrete scegliere le compagne di viaggio a quattro zampe: Conchita, Gianna, Jessy. A guidarvi saranno gli amici di Epomeo in Sella. Cicerone d’eccezione Agostino Iacono. E’ lui con Giuseppe Zabatta ed Eugenio Iacono ad aver fondato questa associazione. Ad aiutarli i giovanissimi Cristian, Emmanuel, Giuseppe, il Colonnello e persino alcune ragazze, come Iolanda, Ilaria, Silvia e Teresa.
Durante il nostro percorso, incontrerete il bosco di castagni che fa da ombrello con le folte chiome, il pioppo argentato e le querce. Più in la, il primo belvedere e ancora qualche ginestra, che da giugno colora la macchia verde di un giallo intenso. Questi luoghi fanno venire subito in mente la gustosa “menesta maretata” della signora Mercede, che a Serrara troverete al bar Epomeo. E’ lei che custodisce la saggia cultura contadina. Il segreto di questa bontà è racchiuso in un misto di erbe selvatiche dai nomi apparentemente sconosciuti come u’ Papagn’, a’ cinagular’, a borrace, tunz’ e paparastiell’.
La sosta è poco prima della vetta dove si trova la Chiesa più antica dell’isola, dedicata a S. Nicola di Bari scavata nel tufo. Accanto l’eremo ristrutturato ed ampliato nel 1754 da Giuseppe D'Argouth, all'epoca capitano del Castello Aragonese, che sopravvisse all’attacco di soldati nemici facendo voto e ritirandosi insieme ai compagni d'armi qui, dove morì il 17 Agosto del 1778.
Procedere poi per il punto più alto, aspettando che il sole si tuffi e sparisca all’orizzonte, è qualcosa di sensazionale. Agostino siede a cavalcioni con naturalezza sulle rocce a nido d’ape, modellate dal tempo. Si vede che questo luogo gli appartiene, che questo verde, il profumo dell’aria fresca, i rumori del bosco, gli riempiono lo sguardo e anche il cuore. Ha voglia di far rivivere questo luogo, di impegnare attivamente i giovani, di recuperare le tradizioni.
Sono le 21.00. È ora di cominciare la discesa, ma nonostante l’ora, l’idea di aspettare l’alba, dormendo almeno una notte sul Monte Epomeo, proprio come si faceva diversi anni fa, è allettante...
Info Utili
Via Epomeo, 22 - 80070 - Serrara Fontana (NA)
tel.: +39 081999566 / +39 3284612073 - 3332521882
A richiesta, una navetta vi preleverà dal centro di Serrara per accompagnarvi al Miscillo souvenir.