(Serrara Fontana 1852-1933). Eremita dell'Epomeo, "filosofo rude e taciturno", che, dopo 42 anni, fu costretto a lasciare l'eremo in seguito ad un provvedimento del comune di Serrara Fontana che un gruppo di isolani, in un appello ai concittadini e alle autorità, definiva "violazione della legge da parte dei custodi della legge". Nel 1926, dopo due anni, venne richiamato e fatto tornare sull'Epomeo, dove egli aveva ospitato alpinisti e carbonari, turisti e legnaiuoli, poeti, condottieri e principi (il re Vitt. Emanuele
III), «offrendo a tutti la stessa paglia per letto e lo stesso bicchiere di liquore forte, all'alba, mentre la nebbia che sale dalla vallata fa emergere le cime del monte come scogli neri di un mare grigiastro».